Una business school che offre 5 borse di studio per formare i professionisti del turismo. Giunge alla seconda edizione, “Vivere di Turismo Business School”, un percorso di alta formazione verticale sull’extralberghiero, dedicato a varie figure che già operano nel settore come ad esempio host, consulenti, gestori di B&B o agriturismi, property manager ma anche a quanti, partendo da zero o da un’altra attività, mirano ad approcciare l’ospitalità alternativa per cambiare vita investendo magari su immobili di famiglia con un potenziale ricettivo finora rimasto inespresso.
L’academy, fondata da Danilo Beltrante, lo scorso anno ha formato 25 imprenditori e nel 2021 raddoppia con il numero chiuso fissato a 50.
Classe 1980, da Supersano, paesino in provincia di Lecce, Danilo, da ragazzo si è trasferito a Firenze dove si è pagato la laurea facendo il cameriere per poi continuare negli anni ad investire sulla sua formazione personale diventando imprenditore extralberghiero con una sua azienda “Vivere di Turismo” e 50 immobili gestiti, e con il franchising Family Apartments che ha fondato. Al tempo stesso negli anni ha strutturato un percorso formativo per tutti quelli che volevano avvicinarsi al settore o fare il salto di qualità professionalizzandosi attraverso grandi eventi annuali in presenza, tour in tutta Italia, webinar ed una community Facebook con ben 10mila iscritti che si confrontano con i docenti dell’Academy o si scambiano vicendevolmente consigli sul settore in cui operano.
“Sono convinto che per sviluppare il turismo in Italia si debbano mettere sul tavolo le nostre peculiarità e smetterla di fare copia incolla di modelli che male si sposano con la nostra cultura – afferma Danilo – Il turismo è un’industria che fa gola a molti. Sempre più investitori stranieri mettono le mani su immobili, anche storici, per metterli a reddito con logiche che spesso poco hanno a che fare con gli interessi degli abitanti del posto. Con la “Vivere di Turismo Business School” lavoriamo attivamente per formare persone che possano progettare piani di sviluppo turistico. È necessario un cambio di paradigma profondo, che tocchi e coinvolga le coscienze delle persone coinvolte, al fine di indicare un futuro migliore dove tutti possiamo beneficiare dell’economia di questo settore. Lo sforzo di questa rivoluzione culturale è oggi chiesto alle istituzioni, agli imprenditori e ai professionisti del turismo, che mettendo al centro il benessere delle comunità, invece dei guadagni a breve termine, hanno la possibilità concreta di tracciare una strada nuova” .