“Le presenze riferite all’anno 2014 in alloggi privati non registrati in Italia sono state 73,8 milioni. Parliamo di introiti per 2,4 miliardi di euro e di un’evasione fiscale superiore ai 110 milioni. A cui vanno aggiunti 57 milioni di tasse di soggiorno non versate”
(La Stampa)
Così recita La Stampa, in un recente articolo shock.
Gli albergatori non fanno altro che lamentarsi di un settore grigio che drena risorse e turisti dall’economia legale.
Questi sono i numeri dell’extra alberghiero su Airbnb, che fanno a cazzotti con il numero di licenze depositate in comune.
Fonte: La Stampa
Il bello è che sono gli stessi proprietari di case che chiedono di fare chiarezza. Facciamola allora.
#1 Tassare il ricavo non è corretto
Da che mondo è mondo le tasse si calcolano al netto dei costi (sull’utile). Se tassiamo il ricavato di ogni camera affittata su Airbnb stiamo parlando di ricavo, non di utile.
Dove li mettiamo i costi di gestione?
E poi ospitare significa anche averla una proprietà – spesso subaffittandola.
Consideriamo questi costi prima di dire che c’è un enorme mercato nero dell’ospitalità. C’è, ma bisogna tassarlo nel modo giusto.
#2 La legge è uguale per…
Inoltre, c’è un vuoto legislativo che rende spesso difficile mettersi in regola. I miei amici Crisanti e Titti che hanno un Airbnb hanno passato notti insonni per interpretare la normativa in modo corretto. Non è colpa loro!
I tassisti si lamentano che Uber non richiede la licenza da 200.000 €, gli albergatori che Airbnb non tassa gli imprenditori. Parole sante.
Difficile però mettere d’accordo interessi diversi, tanti attori di mercato. Speriamo che lo Stato trovi il modo e verranno create delle regole ad-hoc anche per queste nuove piattaforme di sharing.
Per il momento resta una giungla di regole (e non regole).
A novembre è nata una Property Managers Italia, una associazione composta dai professionisti del settore (tutti in regola con il fisco!). Facciamo i nostri più sinceri auguri a questa associazione, che possa fare chiarezza e sensibilizzare la nostra politica a questo fenomeno, che va visto come una opportunità. L’immobilismo e la repressione non porteranno nulla di buono.
Per te cosa significa?
Airbnb o no, fatto sta che il mercato dei soggiorni turistici di breve durata è una realtà forte. Il mercato c’è. E allora perché è così difficile fare l’imprenditore extra alberghiero?
Se ci pensi su, ti stupirai di quante cose potresti fare per la tua attività. E non stai già facendo. Ti stupirai di quante cose i tuoi concorrenti non fanno. E potresti fare tu. Ci sono decine di aziende che in questi anni sono emerse e ottengono grandi risultati. Vuoi scoprire cosa hanno in comune?
Il 19 e 20 Novembre 2016 c’è il Corso Vivere di Turismo®. Preparati ad essere un professionista del settore. Non hai tanto tempo da perdere.
E a dire il vero nemmeno noi, quindi iscriviti solo se sei pronto a metterti in gioco per il successo della tua struttura.
2 risposte
In verità era stata approvato il Testo Unico sul Turismo – Codice del Turismo pubblicato in Gazzetta Ufficiale
Decreto legislativo, 23/05/2011 n° 79, G.U. 06/06/2011 – poi sono intervenute le singole Regioni chiedendo ed ottenendo che la materia del turismo fosse gestita singolarmente da ogni singola Regione. Con la logica conseguenza che ognuno fa a modo suo, complicando la vita agli stessi operatori che vivono di turismo.
Ciao Giuseppe,
grazie per il tuo contributo.
La parte normativa è spesso un problema per gli imprenditori extra alberghieri e quasi mai agevola lo sviluppo del settore.
Credo che uno dei motivi principali sia la grossa novità che l’extra alberghiero rappresenta per chi fa le leggi, ma anche per gli operatori “vecchi” che sono arroccati in difesa di “vecchie” rendite da posizione. Che ora tra l’altro non hanno neanche più 🙂