Tutto nasce dalle emozioni.
Si sviluppano dai 5 sensi nel sistema limbico, dove determinano il funzionamento di altre zone cerebrali legate al pensiero (con qualche sistema di protezione per evitare crisi).
Non c’è nemmeno bisogno di essere neuroscienziati. Lo sappiamo tutti che i nostri comportamenti sono influenzati dalle emozioni.
Qualche tempo fa già introducevamo gli ingredienti fondamentali su come fare storytelling.
Adesso sei pronto per ampliarli, padroneggiarli, e scrivere la tua storia.
Cos’è lo storytelling
Lo storytelling è l’arte del raccontare storie impiegata come strategia di comunicazione persuasiva. Di modelli da seguire per creare una storia accattivante ne sono stati elaborati tanti.
Le persone non comprano quello che fai, comprano come lo fai e perché lo fai. E come ciò li fa sentire – ovvero li fa sentire bene.
Ed è per questo che sarò chiarissima: lo storytelling non lascia il tempo che trova. Lo storytelling vende camere. Vende vacanze.
L’esercizio che devi svolgere è scrivere la tua autobiografia, ma non per te stesso.
Chi la leggerà la giudicherà con un netto “questa storia mi fa sentire bene/non mi fa sentire nulla”. Ed è proprio questo che vuoi ottenere tu.
Come si fa storytelling
Di teoria dicevo ce n’è veramente a palate.
A me piace il Kelton Fascination Study di Sally Hogshead, la consulente di business ora CEO di un’azienda che si occupa proprio di persuasione.
Ed i 6 punti SUCCES del Made to Stick dei Prof. della Stanford Graduate School of Business Chip e Dan Heath.
Ma come spesso capita quando si gestiscono le emozioni, territorio prediletto del servizio turistico, la pratica spiega meglio di mille parole.
Vorrei dunque andare sul pratico con un video e una storia scritta. Ho qualcosa da raccontarti.
Luci del mattino. Profumo di mare. Siamo in macchina e andiamo… qui
Ricettario di una storia
Adesso come ti senti? Cosa ricordi della storia che ti ho raccontato? Rivediamo quello che è appena successo.
Il video punta su ethos e pathos. Trasmette valori e stimola emozioni.
Tutto qui. Volevo che ti sentissi “accolto”.
Questa è l’emozione di fondo. Questo il fulcro della comunicazione di questo video. Quella felicità del condividere momenti insieme che provi vedendo uno spot Barilla o Coca Cola.
Primo ingrediente: passione
Primo ingrediente della storia, ho fatto leva sulla passione.
Per passione intendo che volevo farti schierare in merito al valore dell’accoglienza. Noi accogliamo così. Tu da che parte stai?
Ho provato ad accattivare tutti e 5 i tuoi sensi, perché la passione è a 360° e dirompente.
Il video è cortissimo (90 secondi), perché le sensazioni non hanno bisogno di tante spiegazioni. E poi il video è vero. Un tocco manuale, con suoni naturali del vento e delle voci di persone. Come essere lì. Non sembra già la tua vacanza?
Secondo ingrediente: mistero
Secondo ingrediente è il mistero, e la sua risoluzione.
Il pepe della storia, quel tanto di insoluto. Perché ti sto facendo vedere questo video e cosa succederà alla fine della giornata descritta?
Gli ambienti, i servizi, i cibi sono appena accennati e si scoprono man mano che il racconto procede. Come in ogni vero viaggio, sono solo gli strumenti per vivere l’esperienza. Non è l’albergo ad essere protagonista – seppure in fondo lo sia.
La rivelazione finale che svela il mistero del video scorre morbida come il ritmo della vacanza: la frase “Ora è il tuo turno”.
Corona perfettamente l’emozione che ha trascinato i tuoi sensi nella tua giornata di vacanza in questo albergo.
La conclusione è semplicemente circolare. Niente orpelli, la giornata finisce come è iniziata. Felice. Potremmo dire, un tempo speso per sentirsi bene.
Adesso sei accolto. Sei parte della storia.
Abbiamo visto un esempio video per ora. È uno dei modi migliori per fare storytelling, ed è utile imparare come fare un video amatoriale. Ma al momento non cambia nulla, ci stiamo concentrando sul contenuto della storia e non sul mezzo.
Ma penso che per te, per cimentarti con l’elemento del mistero, un ottimo modo per scrivere i testi del tuo sito sia seguire lo schema delle favole.
Un protagonista che deve affrontare una difficoltà e delle peripezie per raggiungere il lieto fine. Se si tramandano di generazione in generazione un motivo c’è!
Devi introdurre un senso di tensione e urgenza, la classica suspance. Il mistero appunto.
A questo proposito ho un altro ghiotto esempio.
Al The Adare Manor Hotel di Adare c’è un coniglietto di pezza che tiene incollati i fan di Facebook. Una bambina aveva dimenticato il proprio peluche in albergo ed è partito lo storytelling. “Mi sono perso, cosa farò?”.
E una valanga di foto che chiariscono la soluzione. Il coniglietto è inserito nella vita dell’albergo a stretto contatto con il personale – assoluto protagonista per evidenziare il lato umano e professionale del servizio.
Il fatto che i problemi mandino tutti in ansia devi sfruttarlo a tuo favore, presentando soluzioni. Prima devi identificare il problema come nel caso del coniglietto smarrito.
Poi andare oltre connettendolo alle emozioni che suscita nelle persone. E questo aggancia l’interesse. Infine, proporre la tua soluzione e i tuoi esempi a prova di obiezioni.
Ecco quelli del The Adare Manor Hotel.
Ci sono tutti gli ingredienti delle favole più belle. E la morale ovviamente mette in luce i valori stessi dell’albergo.
In questo caso l’albergo ha scelto Facebook come mezzo di comunicazione, alzando la media di mi piace per foto da 50 a 3000.
Allora, abbiamo svagato la testa con due belle storie. Il mio obiettivo era stamparti in testa delle immagini mentali, più che raccontare.
Il tuo obiettivo, se vuoi dire qualcosa di importante e trasmettere un’idea in cui credi, è creare una storia che aiuti a capire.
Qual è la tua?